Progetto 2020-2021: Ricerca identitaria sul cibo
Quest'anno in modo particolare, il Servizio Civile Nazionale, per quanto riguarda le Pro Loco del Piemonte, ha dato avvio ad un progetto che riguarda una ricerca identitaria sul cibo. Il settore di ricerca riguarda il patrimonio storico, artistico e culturale e l'area di intervento fa parte della valorizzazione di storie e culture locali.
Lo scopo di questo progetto è di compiere una ricerca per rivalutare l'identità individuale ma anche regionale, attraverso la riscoperta di antiche ricette culinarie piemontesi, che rappresentano la storia e cultura della regione. Quello che viene chiesto di fare ai volontari è di incrementare il materiale informativo cartaceo sulle ricette tipiche piemontesi e i percorsi gastronomici presenti sul territorio, e ampliare le attività di conoscenza, propagazione e promozione delle ricette tipiche del luogo.
Per esempio, con la creazione di brochure o dépliant (cartacei e digitali) sulle ricette tipiche e tramite il montaggio di un video-documentario sul sito della Pro Loco in cui si presta servizio.
La ricerca richiede necessariamente la collaborazione con altri soggetti operanti sul territorio, come amministrazioni comunali o enti pubblici o privati, ma anche altre associazioni.
I volontari potrebbero scontrarsi con qualche problematica burocratica, ma questo fa parte del loro operato, sicché dovranno cercare di reagire in modo positivo e risolvere eventuali incognite.
L'obiettivo finale è che i volontari impegnati in questo percorso possano terminare i 12 mesi di Servizio Civile con nuove conoscenze sui beni materiali e immateriali del territorio. Attraverso il recupero della propria storia, delle proprie tradizioni, si salva quella che è l'autenticità di un Comune, e sperare che le nuove generazioni avvertano quell'amore per la propria comunità e possano in un certo senso portare avanti la salvaguardia delle tradizioni locali e del patrimonio culturale che possiede ogni paese.
Ciascun volontario viene affiancato dalla figura di un Operatore Locale di Progetto (OLP), che li accompagna nello svolgimento delle varie fasi della ricerca.
In un anno i volontari sono impegnati per circa 30 ore settimanali e nei dodici mesi di operato dovranno venire a conoscenza delle risorse del territorio, salvaguardandole e cercando di elaborare delle proposte per valorizzarle. Parteciperanno anche in modo attivo alla realizzazione di eventi culturali programmati dalla Pro Loco ospitante.
Il lavoro d'ufficio consiste anche nel gestire e fornire le informazioni necessarie ai turisti e visitatori che non conoscono il luogo, promuovendo le risorse del territorio il più possibile.
Ovviamente la parte più importante è l'attività del progetto che verrà sviluppata nel corso dei mesi, acquisendo anche le informazioni grazie a degli incontri formativi che mirano ad istruire il volontario. Dopo indicativamente l'ottavo mese, il volontario ha acquisito le informazioni necessarie per sviluppare un buon piano di ricerca e si impegnerà, da lì innanzi, ad organizzare dei laboratori didattici presso le scuole secondarie di I grado, finalizzati proprio alla propagazione e alla conoscenza delle ricette tipiche piemontesi presenti sul territorio.
Durante gli ultimi mesi si organizzerà un evento di valenza turistica culturale basato sui piatti dell'area progettuale, per mettere sul campo tutto ciò che è stato appreso.
Alla fine del percorso gli operatori volontari dovranno fare una relazione scritta sul lavoro di un anno di Servizio Civile, spiegando il loro operato per quanto concerne la ricerca, i momenti formativi e il servizio di front office.
Il progetto dell'anno 2020 riguardante l'enogastronomia è un protagonista della sfera della dimensione culturale del cibo. Obiettivo finale è quello che si possa divulgare il più possibile per dare un senso di identità e unità alla propria comunità, a partire proprio dal cibo.
L'autenticità e la tradizione vengono nuovamente messi al primo posto, poiché è proprio dove c'è la tradizione che si forma un punto di incontro con le vecchie e le nuove generazioni che devono sentirsi, ora più che mai, partecipanti di qualcosa.
Con l'attuale emergenza sanitaria a causa del Corona Virus (Covid-19) gli Italiani sono stati invitati a dover stare in casa per circa due mesi. L'arte culinaria è subito emersa: se prima non c'era tempo per dedicarsi a preparare ricette, ad oggi molte famiglie si sono così riunite davanti ad un tavolo a impastare, creare e sperimentare nuove ricette. Si può così affermare che il cibo congiunge, ci ricorda che abbiamo un'identità e che nel momento del bisogno questa emerge, per aiutarci e farci sentire meno soli.
A. Aprà, "La dimensione culturale del cibo. Tra mutamento e tradizione, dalla cucina in America a quella in Italia." Torino, Tesi di Laurea Triennale, 2020.
- Progetto finale (Alice Aprà - Arianna Pravato) (pdf 589 KB)
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